Quanto possono incidere le esperienze infantili traumatiche sulla salute mentale e fisica di un individuo? Le esperienze avverse infantili, note come Adverse Childhood Experiences (ACEs), rappresentano un insieme di eventi traumatici vissuti durante l'infanzia, come abusi, trascuratezza o violenza domestica, bullismo, carestie, guerre e disastri naturali. Studi epidemiologici mostrano che circa il 70% della popolazione mondiale ha subito almeno un'ACEs e che queste esperienze sono associate a un incremento del rischio di sviluppare disturbi psichiatrici e fisici, tra cui patologie cardiovascolari, diabete di tipo 2, obesità, malattie autoimmuni.
Ma cosa rende le ACEs così impattanti sulla salute a lungo termine? La risposta risiede nei cambiamenti epigenetici, ovvero modifiche biochimiche del DNA che ne influenzano l'espressione genetica senza alterare la sequenza del genoma. In questo articolo esploreremo le implicazioni epigenetiche delle ACEs e come il trauma possa trasmettersi da una generazione all'altra.
Salute mentale e epigeneticaCos’è l’epigenetica? L'epigenetica si riferisce a un insieme di meccanismi che regolano l'espressione dei geni senza modificare la sequenza del DNA. Questi meccanismi includono la metilazione del DNA, modifiche alle proteine istoniche e regolazione tramite RNA non codificanti. Gli eventi ambientali, tra cui le esperienze traumatiche, possono influenzare questi processi epigenetici, alterando la funzione di specifici geni.
Un esempio chiave è la regolazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), il sistema responsabile della risposta allo stress. È noto che i traumi possono generare uno stress tossico e una disregolazione dei meccanismi di risposta allo stress, come l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che media il rilascio di cortisolo, adrenalina e noradrenalina. Questi ormoni regolano la nostra risposta agli stimoli stressanti, influenzando funzioni vitali come il metabolismo, il battito cardiaco, la pressione arteriosa. Alterazioni epigenetiche nei geni coinvolti con questo sistema possono portare a una disregolazione nella produzione di cortisolo e una maggiore vulnerabilità ai disturbi psichiatrici.
Implicazioni delle ACEs sull'epigenomaSono state individuate alterazioni epigenetiche in alcuni geni coinvolti nella regolazione dell'asse HPA. Ad esempio, nelle persone esposte ad abusi infantili sembra essere ridotta l’espressione a livello dell’ippocampo del gene NR3C1 (ndr i geni hanno dei nomi costituiti da sigle standardizzate), che codifica per i recettori degli ormoni corticosteroidei. Tale alterazione si assocerebbe a una disregolazione dell’asse HPA (compromissione del meccanismo di regolazione a feedback negativo), causando una risposta allo stress eccessiva e prolungata. Alterazioni nell’espressione di questo gene sono state riscontrate anche in persone con diagnosi di Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) e si assocerebbero a un decorso più grave.
Un altro gene implicato è FKBP5, che regola la sensibilità dei recettori degli ormoni corticosteroidei tramite un meccanismo di feedback negativo. In presenza di ACEs, questo gene tenderebbe a essere iperespresso, determinando una resistenza agli ormoni steroidei, livelli più alti di cortisolo e un’aumentata vulnerabilità allo stress. L’alterata espressione di questo gene, che sembra essere coinvolto in disturbi come PTSD e Depressione, potrebbe determinare un aumentato rischio di incorrere in disturbi psichiatrici in età adulta.
Altri geni come BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor, codifica per una neurotrofina che promuove la neuroplasticità), MAOA (per gli enzimi MAOA e B che degradano le monoamine), OXTR (per il recettore dell'ossitocina) HTR e SLC6A4 (rispettivamente per il recettore e il trasportatore della serotonina) mostrano alterazioni epigenetiche legate alle ACEs, influenzando aspetti cruciali come la neuroplasticità, il comportamento sociale, l’attaccamento e la regolazione emotiva.
Trasmissione intergenerazionale del traumaGli effetti delle ACEs non si limitano alla persona che ha subito il trauma, ma possono essere trasmessi alle generazioni successive attraverso meccanismi epigenetici. I principali studi sul campo hanno riguardato i sopravvissuti all'Olocausto. È stato dimostrato che i figli di sopravvissuti, pur in assenza di una loro personale esposizione traumatica, possono presentare alterazioni dell'asse HPA e nell’espressione di alcuni geni coinvolti, rispetto ai controlli. Inoltre, è emerso che tanto più è grave il decorso del PTSD dei genitori, tanto più pronunciati sono i cambiamenti epigenetici nella prole.
Ad esempio, un importante studio finlandese è andato a valutare l’esposizione a disturbi psichiatrici nella prole di genitori evacuati da bambini dalla Finlandia alla Svezia durante la Seconda Guerra Mondiale. Le figlie di madri che da bambine furono evacuate mostravano un maggior rischio di ricovero per disturbi psichiatrici in età adulta, soprattutto per disturbi dell’umore, rispetto alle relative cugine le cui madri erano rimaste coi genitori biologici durante la guerra.
Questi dati suggeriscono che l'esposizione a traumi infantili può indurre modifiche epigenetiche che influenzano la salute mentale delle generazioni successive. Se si considera inoltre che la durata media della permanenza dei bambini finlandesi con le famiglie svedesi è stata di 2- 5 anni, e che allo stato attuale la durata dello status di rifugiato è più lunga (in alcuni casi persistente attraverso le generazioni), ci si potrebbe aspettare che le conseguenze intergenerazionali delle esperienze legate alla guerra durante l'infanzia siano ancora più forti oggi, anche se questa aspettativa dovrebbe essere indagata in contesti contemporanei. Inoltre, dagli studi condotti finora sembrerebbe che gli effetti del trauma siano diversi tra i generi della prole e a seconda che l’esposizione traumatica sia avvenuta da parte materna o paterna.
Modelli relazionaliI modelli relazionali rappresentano il modo in cui gli individui apprendono e replicano schemi di comportamento e di interazione sociale basati sulle loro esperienze con le figure di attaccamento primarie, come i genitori o i caregiver. Questi modelli influenzano il modo in cui una persona percepisce le relazioni interpersonali, regola le proprie emozioni e risponde agli eventi stressanti.
Ad esempio l’esposizione alle incurie del genitore traumatizzato o ai suoi sintomi può alterare negativamente il modello relazionale della prole di persone esposte a ACEs. Non è ancora chiaro se sia maggiore il peso dei meccanismi epigenetici o dei modelli relazionali e in che misura essi si influenzino vicendevolmente nel determinare la trasmissione intergenerazionale degli effetti del trauma.
Tra vulnerabilità e adattamentoAbbiamo visto come le ACEs influenzano l'espressione genetica tramite modifiche epigenetiche, aumentando il rischio di sviluppare disturbi psichiatrici e altre patologie organiche. È ancora da chiarire la potenziale plasticità delle mutazioni epigenetiche in risposta all’esposizione ambientale, e fino a che punto, quindi, i cambiamenti ereditabili possono essere modificati se l’ambiente cambia. Il principio della plasticità epigenetica implica che le modifiche all'epigenoma potrebbero azzerarsi quando gli insulti ambientali non sono più presenti o quando siamo cambiati sufficientemente per affrontare le sfide ambientali in un modo nuovo. Tutto ciò significa che l’epigenoma potenzialmente può essere modificato nel tempo grazie a interventi ambientali positivi.
Questo apre la strada a nuove possibilità terapeutiche, come il supporto psicologico mirato e l'educazione genitoriale, che potrebbero aiutare a ridurre l'impatto transgenerazionale del trauma.
Comprendere questi meccanismi potrebbe aiutare a prevenire e curare al meglio gli effetti del trauma, promuovendo il benessere nelle future generazioni.